Con il convegno “RSA luogo del prendersi cura”, in programma il 6 marzo 2024, il Comitato Etico San Giuseppe Moscati vuole
sensibilizzare i professionisti sanitari, gli assistenti sociali, i dirigenti, gli amministratori e la collettività sul ruolo delle RSA nel
delicato e fondamentale processo della cura della persona fragile anziana.
Nonostante gli ultimi dati confermino il notevole e continuo incremento del numero delle persone anziane non autosufficienti e
la progressiva impossibilità da parte delle famiglie di prendersene cura a domicilio, per cause sociologiche, economiche o antropologiche complesse e in parte strutturali, il sistema dei servizi residenziali continua a vivere un lungo periodo di criticità.
Oltre alle difficoltà economiche, è cresciuto in questi ultimi anni un pregiudizio sociale nei confronti delle RSA, erroneamente etichettate come luogo di solitudine e isolamento, mettendo in discussione la loro funzione assistenziale e sociale. Malgrado
ciò, valorizzando le proprie competenze e mantenendo la propria missione, le RSA continuano a svolgere un’assistenza
socio-sanitaria sempre più complessa, coerente con l’approccio gerontologico e geriatrico, per preservare la qualità di vita della persona
fragile anziana sotto il profilo psicofisico, cognitivo, spirituale, sociologico e culturale.
Dalle premesse indicate si comprende come il convegno nasca prima di tutto da un bisogno etico che vuole tradursi in azioni
concrete, riportando un’adeguata attenzione sulla cura della persona fragile anziana e sulle strutture socio-sanitarie che se ne occupano, analizzandone sinteticamente le attuali necessità.
La partecipazione al convegno è gratuita ed è obbligatorio riservare il proprio posto
registrandosi al link: https://forms.gle/rLCknFm2qe1K2eJA6
Per chi avesse problemi nella compilazione si chiede gentilmente di scrivere a comitatoetico.sgmoscati@gmail.com indicando: nome, cognome, qualifica professionale, luogo e data di nascita, codice
fiscale, telefono, azienda di provenienza e, se in possesso, la qualifica ECM.
Il convegno è accreditato al sistema ECM (5,2) e CROAS
Un convegno aperto a tutti gli operatori sanitari e volontari per rimettere al centro il valore dell'ascolto.
Carl Rogers affermava: “L’incapacità di comunicare dell’uomo è il risultato della incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto”.
Secondo una suggestiva ricostruzione etimologica “ascolto” deriverebbe dall’unione della parola indoeuropea aus (orecchio) con il verbo latino colere (coltivare, venerare, e quindi cultus).
Ascolto, pertanto significherebbe: “Coltivare dentro di sé ciò che l’orecchio sente, così che la parola dell’altro – come un seme – possa essere custodita e non dispersa”.
L’ascolto è una riserva di valori, è, nella cura, più importante del farmaco o della terapia. È un coinvolgimento del curante, dell’operatore sanitario, dell’assistente spirituale che si fanno
carico per intero della persona malata per sostenere insieme il percorso.
Per farsi carico dell’altro è necessario anche l’ascolto di sé, ponendo attenzione ai segnali che provengono dal corpo e dalla psiche: sensazioni fisiche ed emozioni in primis, segnali che spesso
rischiano di essere bypassati.
Il cammino formativo intende iniziare i partecipanti alla “relazione di aiuto” verso quanti vivono una situazione di cordoglio e di lutto, causata dalla perdita di una persona cara.
Il percorso prevede momenti di lezione frontale e momenti di lavoro di gruppo in cui si condivide e si prova a crescere insieme sulle varie tematiche legate alla perdita e al lutto che segnano la nostra vita.
La formazione è rivolta agli operatori della relazione di aiuto, ai counsellor, agli operatori sanitari
o a coloro che hanno vissuto la perdita di una persona cara e intendono accompagnare altri ad attraversare il dolore per poterlo trasformare.
Medice cura te ipsum, medico cura te stesso, la frase latina, che apre il titolo di questo nuovo percorso, è ripresa dal vangelo di Luca e la citerebbe Gesù interpretando il pensiero dei giudei diffidenti che lo ascoltavano. Era un proverbio usato comunemente per dire: prima di voler insegnare qualcosa agli altri e di correggere i loro difetti dimostraci che tu hai eliminati i tuoi.
Nel nostro contesto invece assume un altro significato ovvero se vogliamo curare gli altri prima dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Così leggiamo in un passaggio della Carta di Ottawa (1986): La salute viene creata e vissuta dagli individui nella sfera della loro quotidianità, là dove si gioca, si impara, si lavora, si ama. La salute nasce dalla cura di se stessi e degli altri, dalla possibilità di prendere decisioni autonome e di poter controllare la propria condizione di vita, come pure dal fatto che la società in cui si vive consenta di creare le condizioni necessarie a garantire la salute a tutti i suoi cittadini.
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Il percorso ha l’ardire di farci prendere contatto con noi stessi, soprattutto con la nostra dimensione emotiva e spirituale, per sapersi conoscere, sapersi accettare e quindi sapersi relazionare con l'altro con maggiore comprensione e umanità.
Il percorso è gratuito
Ogni essere umano ha bisogno di guarigione interiore. Tutti noi, infatti, abbiamo delle ferite, spesso nascoste e impercettibili, che influenzano negativamente il nostro carattere, il nostro
comportamento, le nostre vite. Queste ferite ci impediscono di: ottenere l’integrità emotiva, cioè vivere una vita affettiva equilibrata e delle relazioni sane.
Non sapendo come gestirli, li reprimiamo. È un meccanismo di difesa. Tuttavia, influenzano i nostri atteggiamenti, le nostre decisioni e le nostre relazioni.
Molte volte cerchiamo di controllare quei ricordi dolorosi, ma non sepre ci riusciamo e finiscono per prendere le redini della nostra volontà. Le conseguenze sono disastrose ed ecco sbalzi di
umore, crisi depressive,….
Le conseguenze sono facili da riconoscere: molte persone vivono costantemente nel dolore e nell’angoscia, altri si disperano per qualsiasi cosa, altri ancora sono pessimisti, timidi, paurosi,
insicuri, instabili, inquieti,agitati e insoddisfatti.
Per guarire occorre riconoscere le nostre ferite ed accettarle.
Il convegno, organizzato dalla cappellania ospedaliera S. Giovanni dell'Oglio Po, è aperto a tutte le figure sanitarie, volontari e assistenti spirituali.
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E’ comprovato che il benessere degli operatori e la consapevolezza delle emozioni che si provano siano fattori in grado di ridurre lo stress ed aumentare l’efficacia del loro intervento.
Per questo è importante sostenere i professionisti impegnati con pazienti ad elevato carico emotivo in un percorso di cura di sé e di gestione delle proprie emozioni per rendere possibile
la continuità della relazione d’aiuto.
Si tratta oggi di sperimentare e di capire un’altra prospettiva: essere centrato su di sé e nel contempo aperto agli altri; sviluppare resilienza e relazione d’aiuto.
Il percorso è gratuito
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PERCORSO FORMATIVO PER OPERATORI SANITARI, VOLONTARI E ASSISTENTI SPIRITUALI
VICINO AL SOFFERENTE CON UMANITA' E COMPETENZA
DA OTTOBRE PRESSO L'AULA MAGNA DELL'OSPEDALE MAGGIORE DI CREMONA
Alla base di un rapporto fiduciario tra operatore, paziente e familiari e per una umanizzazione della cura negli ambienti sanitari è richiesta sempre più una relazione intensa, calda e vera. Prendendo a prestito dall’ambito psicanalitico il concetto di “alleanza terapeutica” e grazie alla definizione che ne ha data la psicologa e psicoterapeuta Bordin possiamo individuare tre passi affinché si realizzi una relazione di cura:
(1) l’esplicita condivisione di obiettivi da parte di paziente e terapeuta;
(2) la chiara definizione di compiti reciproci all’inizio del trattamento;
(3) il tipo di legame affettivo che si costituisce fra i due, caratterizzato da fiducia e rispetto.
Pertanto per una relazione più efficiente, da perfezionare e sviluppare personalmente di giorno in giorno, di rapporto in rapporto, si vorrebbero offrire strumenti e obiettivi generali tra i quali: migliorare la comunicazione e la relazione trapaziente, familiari e operatore sanitario e saper gestire alcuni momenti critici nel percorso della malattia.
Il percorso è gratuito
PERCORSO FORMATIVO PER OPERATORI SANITARI, VOLONTARI E ASSISTENTI SPIRITUALI
UMANIZZAZIONE DEL SERVIZIO AL MALATO
DA OTTOBRE PRESSO L'AULA MAGNA DELL'OSPEDALE MAGGIORE DI CREMONA
Continuano i percorsi di formazione, con il patrocinio dell’ospedale di Cremona e il prezioso supporto dell’Ufficio della formazione, per i volontari che si accostano ai malati, i cappellani, i religiosi/e e per tutti gli operatori sanitari, con la possibilità per questi ultimi di ricevere accrediti ECM.
Il tema che si affronterà, realizzato e condotto dal Centro Camilliano di Formazione di Verona, è quello dell'umanizzazione della cura.
In Il tema dell’umanizzazione del servizio al malato è stato inserito per la prima volta nel Patto per la salute 2014-2016 dal Ministero della Salute e da AGENAS, l’ente per la formazione degli Operatori, dove si afferma che “nel rispetto della centralità della persona nella sua interezza fisica, psicologica e sociale, le Regioni e le Province Autonome si impegnano ad attuare interventi di umanizzazione in ambito sanitario che coinvolgano aspetti strutturali, organizzativi e relazionali dell’assistenza”.
Obiettivo
Il percorso formativo offre ai partecipanti l’opportunità di familiarizzarsi con la complessa tematica dell’umanizzazione del mondo della salute, di acquisire e di identificare modalità concrete di coinvolgimento in progetti finalizzati a rendere più umano il servizio all’ammalato.
Per iscrizioni è sufficiente compilare la broshure qui allegata e trasmetterla all'Uff. Formazione dell'Ospedale seguendo le indicazioni presenti nella stessa broshure.
8 - 15 - 22 APRILE / 8 MAGGIO
“Vicino al morente. Dal curare al prendersi cura” è il titolo del corso base che prevede quattro incontri con diversi relatori che si svolgeranno presso la sala dell’oratorio di Sospiro. Il percorso si pone l’obiettivo di sviluppare nei volontari sensibilità e competenze utili per l’accompagnamento del malato, ma anche per il sostegno psicologico dei loro familiari.
Ad aprire gli incontri, venerdì 8 aprile, sarà don Maurizio Lucini, Responsabile dell’ufficio di Pastorale della Salute, che introdurrà il tema della vicinanza alla sofferenza e alla morte, rileggendo l’esperienza della malattia alla luce della fede cristiana.
Sarà poi la volta di Lino Miglioli, responsabile dei volontari dell’Hospice – struttura che da anni si occupa dell’assistenza e cure palliative al malato terminale – che venerdì 15 aprile tratterà del rapporto con i familiari del morente, in un incontro dal titolo “Accanto al morente e ai suoi familiari: le parole da non dire”.
“La dimensione psicologica relazionale” sarà invece il tema di cui si occuperà la psicoterapeuta Arianna Lima nel terzo incontro di venerdì 22 aprile.
Infine venerdì 8 maggio don Lucini chiuderà il corso, approfondendo il tema dell’accompagnamento spirituale, per riflettere sulla questione della fede vissuta nel difficile momento del dolore fisico che spesso genera anche sofferenza spirituale.
Tutti gli incontri si svolgeranno a partire dalle ore 20.45. Il corso è gratuito ed è richiesta l’iscrizione.
PERCORSO FORMATIVO PER CAPPELLANI, VOLONTARI E OPERATORI SANITARI
LA CURA DELLA DIMENSIONE INTERIORE: UNA RISORSA NEI CASI PIU' DIFFICILI
DA OTTOBRE PRESSO L'AULA MAGNA DELL' OSPEDALE MAGGIORE DI CREMONA
Continua la collaborazione avviata l'anno scorso con l’ospedale e in particolare con l’Ufficio della formazione, proponendo un ciclo di incontri per: i volontari che si accostano ai malati, i cappellani, i religiosi/e e per tutti gli operatori sanitari, con la possibilità per questi ultimi di ricevere accrediti ECM. Il tema che si affronterà è quello dell'accompagnamento spirituale in alcuni casi difficili.
Quando la vita ci pone davanti situazioni che non si possono cambiare, “senza vie d'uscita”, come una malattia inguaribile, una patologia degenerativa o che ha il suo approdo nella morte, ha ancora senso sperare? La speranza nasce nel momento in cui si riesce a dare una risposta di senso alle domande che la sofferenza solleva nel cuore della persona. La cura della dimensione interiore può essere questa risorsa su cui far leva per aiutare la persona malata a dar senso alla sua esistenza ferita nel fisico e nella mente.
PERCORSO FORMATIVO PER CAPPELLANI, VOLONTARI E OPERATORI SANITARI
RICERCARE IL SENSO DELLA SOFFERENZA
ASSOCIAZIONE DI LOGOTERAPIA E ANALISI ESISTENZIALE FRANKLIANA
Coltivare l’amore per la vita e la ricerca di senso nelle situazioni di sofferenza non è facile e nemmeno scontato: richiede lo sforzo di alimentare costantemente – sia in se stessi che negli altri – la disposizione a scorgere le possibilità di significato insite in ogni circostanza dell’esistenza, anche la più disperata. Non si tratta di negare il vissuto di dolore che accompagna le condizioni-limite quanto, piuttosto, di promuovere uno sguardo capace di intuire, nonostante tutto, un “perché” nella vita. La Logoterapia e Analisi Esistenziale dello psichiatra viennese Viktor E. Frankl – quale testimone della “forza di resistenza dello spirito” nei campi di concentramento – offre una prospettiva di speranza per accompagnare le persone che soffrono nella ricerca di un significato.
Il percorso, che si articola in quattro incontri, è totalmente gratuito.
Obbiettivi
- comprendere le dimensioni emozionali e di significato insite nell'esperienza di malattia;
- acquisire i principi fondamentali dell'analisi esistenziale frankliana in relazione alle situazioni di sofferenza;
- affinare la capacità di accompagnare le persone che soffrono e i loro familiari nel proprio percorso di riprogettazione esistenziale o nell'elaborazione del limite;
- sviluppare nei professionisti l'attitudine ad aver cura di sé e della propria vita emotiva.
Giovedì 16 ottobre 2014
17.00– 17.30
Registrazione dei partecipanti
(17.30-19.30)
“Nonostante tutto, dire sì alla vita”: Viktor E. Frankl
(Antonella ARIOLI)
Giovedì 20 novembre 2014
(17.30-19.30)
L’esistenza ferita: malattia e ricerca di senso
(Luciana MURRU)
Giovedì 11 dicembre 2014
(17.30-19.30)
Accompagnare nelle fasi estreme della vita
(Itala ORLANDO)
Giovedì 15 gennaio 2015
(17.30-19.30)
Aver cura di sé per aver cura degli altri
(Daniele BRUZZONE)